È già riuscito in un’impresa storica: ricompattare il centrodestra (non accadeva da anni). Inoltre, stando agli ultimi sondaggi è, tra i candidati a sindaco, quello con maggiori chance di arrivare al ballottaggio.
Michele Sarno: un primo bilancio, ovviamente provvisorio, di questa campagna elettorale.
“Sono entusiasta: registro, anche attraverso gli ultimi sondaggi, un risultato che è già straordinario: dopo trent’anni questa città andrà al ballottaggio. Ma faccio una ulteriore valutazione: sono partito, stando ai primi sondaggi, dal 4-5% dei consensi. Oggi sono arrivato al 24-25% guadagnando venti punti percentuali. La coalizione che sostiene Enzo Napoli partiva da più del 70% e sono scesi al 50-51%, perdendo quasi 20 punti percentuali”.
Qual è la valutazione che trae?
“Se il trend viene mantenuto, posso addirittura vincere al primo turno. Non lo dico io, lo dicono i sondaggi. Si è fatta finalmente strada tra la gente l’idea di voler rinnovare rispetto ad un trentennio che non registra più l’ampio consenso di un tempo”.
Cosa le chiede in particolare la gente?
“Nulla di straordinario: rivendica pulizia delle strade, un mare pulito, una città che offra di sé un biglietto da visita all’esterno. Una città che possa essere realmente attrattiva sotto il profilo turistico. Mi chiedono di fare in modo che alle tasse, che sono tra le più elevate d’Italia, corrispondano servizi adeguati. Mi chiedono che le periferie non siano isolate rispetto al centro. Mi chiedono lavoro per tutti, e non solo per pochi eletti”.
Quali risposte ha fin qui proposto, sui grandi temi della città
“Ho spiegato la città per i giovani che abbiamo in mente: una città smart, veloce, efficiente, in cui non sia così difficile ottenere anche un semplice documento. Una città con centri di aggregazione culturale che sappia sventolare le bandiere della nostra storia. Abbiamo la Scuola medica salernitana, e tanto altro ancora, da valorizzare. Dobbiamo pensare ad un brand Salerno per il commercio, per la ristorazione: ad una città che non sia più un dormitorio, ma un’attrattiva con eventi che durino tutto l’anno e non soltanto due mesi”.
L’ultimo Consiglio comunale ha approvato il bilancio: quanto la preoccupa la situazione economico-finanziaria?
“Un buon amministratore deve avere una visione e deve farsi carico di questa visione con la sua capacità di realizzarla attraendo fondi europei e creando interlocuzioni privilegiate. Sappiamo benissimo che Salerno è, sono stime de Il Sole 24 Ore, sulla soglia del dissesto. Proprio per questo bisogna cambiare e intervenire immediatamente”.
Ieri è stata inaugurata Piazza della Libertà, uno dei simboli del deluchismo.
“La pantomimica rappresentazione delle inaugurazioni credo sia stata ormai svelata agli occhi dei salernitani. Quante volte è stata inaugurata la Cittadella giudiziaria, diciotto, venti? E non mi pare sia ultimata. Ieri hanno inaugurato Piazza della Libertà, ma mi pare manchino le certificazioni di sicurezza e agibilità. È solo l’occasione, quindi, per strumentalizzare un momento particolarmente intimo per i salernitani e per i cattolici: la festa del Santo patrono. Si è creata un’ulteriore pagina triste della nostra città, frutto di una politica che non si ferma davanti a niente, neanche dinanzi al sentimento religioso. È stato solo uno spot elettorale, e credo che i salernitani lo abbiano capito. Come hanno capito, ora che ci sono camionette che girano per mettere un po’ di bitume dove necessario, che gli interventi di manutenzione, per essere seri e credibili, non si fanno venti giorni prima delle elezioni ma vanno programmati nei 5 anni. Ma il paradosso dell’inaugurazione della Piazza è un altro”
Quale?
“Si sbandiera questa inaugurazione come un grande risultato. Ma cento metri più in là c’è il porto commerciale…”
Cosa c’entra la Piazza col porto?
“Faccio un esempio concreto di cosa voglia dire davvero amare e difendere la propria città. Da presidente della Camera penale, quando fu presentato il disegno di legge dell’allora ministro Orlando che prevedeva l’accorpamento delle Corti d’Appello di Napoli e Salerno, mi sono opposto con tutte le mie forze. Ho difeso la mia città non a chiacchiere, ottenendo da solo un risultato importantissimo per l’avvocatura e per i cittadini, che avrebbero dovuto sobbarcarsi enormi disagi se fosse passato l’accorpamento”.
Quindi?
“Ieri hanno inaugurato la Piazza, a cento metri da quel porto che oggi ci ricorda quanto poco è stato fatto per evitare l’accorpamento dell’Autorità portuale di Salerno con quella di Napoli. Un accorpamento che ha distrutto l’economia salernitana e i sacrifici di tante persone che avevano investito e avevano determinato le condizioni perché l’Autorità portuale di Salerno fosse un fiore all’occhiello in Italia. Con quell’accorpamento, il Porto di Napoli non è migliorato e quello di Salerno è stato cancellato. Altri governatori hanno dimostrato di saper portare a casa risultati importanti proprio su questo fronte: Emiliano in Puglia ha salvato i suoi porti, tanto per fare un esempio che prova che non ne faccio un discorso di posizionamento politico”.

(Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud del 21 settembre 2021)

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