Ha una lunga esperienza amministrativa, sia in Comune che in Provincia: è nuovamente in campo come candidato sindaco della lista Salerno di tutti.
Gianpaolo Lambiase: come procede la campagna elettorale?
“Stiamo girando nei quartieri e ci stiamo confrontando con le persone, anche con il supporto di tutti i candidati della lista. Riscontro una particolare sensibilità su tre temi in modo particolare, che poi sono quelli principali del nostro programma. Innanzitutto, la questione ambiente: molta gente si lamenta del mare sporco, dell’aria inquinata, della congestione del traffico, delle fogne che non funzionano e scaricano a mare. Abbiamo ricevuto anche segnalazioni che riguardano nuvole di polvere che si alzano dalla cava del Cernicchiara in alcuni giorni della settimana. Evidentemente non adoperano filtri e abbattitori per questa polvere, che si diffonde in tutta la valle oltre che a Salerno”.
Altri temi sensibili affrontati?
“Gli impegni di spesa del Comune rispetto ai problemi della città. In diverse occasioni abbiamo parlato anche della situazione finanziaria dell’ente, che è in uno stato di predissesto per i debiti enormi che ha accumulato. La questione, al di là dei trasferimenti statali decisi di recente, è collegata allo spreco di denaro pubblico che c’è da parte dell’attuale amministrazione”.
Dove metter mano per sistemare i conti?
“Innanzitutto, nelle società partecipate, per le quali si impone una razionalizzazione totale del lavoro che fanno e della loro organizzazione. Ci sono situazioni di spreco di denaro pubblico che sono state compiutamente evidenziate da quasi tutti quelli che sono venuti e ai nostri incontri. E poi i progetti e le opere pubbliche ferme”.
Qualche esempio concreto.
“Il polo nautico e capitolo San Matteo, nella zona orientale: è tutto fermo e abbandonato da tempo. Il Palazzetto dello sport, in cui ormai nessuno più crede: molti lo ritengono un’altra delle promesse di De Luca. Ancora: il porto Marina d’Arechi, progetto realizzato a metà. Deve essere completato, dov’è il ponte di Calatrava? Non è possibile lasciare l’opera così, con problemi e ripercussioni pesanti anche sulle correnti marine, con danni a tutta la costa. Il progetto del lungomare da Marina d’Arechi al Picentino, con una suggestiva oasi dunale, è rimasto sulla carta. E poi c’è il problema del lavoro”.
E un Comune cosa può fare, per rilanciare l’occupazione?
“C’è una crisi diffusa in tutti i settori: ho incontrato le associazioni dei commercianti e degli artigiani, inguaiati dal punto di vista delle prospettive di lavoro. In edilizia c’è necessità di cambiare completamente strategia. Se continuiamo a far realizzare case private ai soliti tre o quattro costruttori, tutte le imprese collegate all’indotto dell’edilizia continueranno a soffrire”.
Come invertire la rotta e cambiare l’andazzo?
“Bloccando le nuove costruzioni appannaggio di pochissimi, per puntare in modo deciso sul recupero, sulla riqualificazione e sulla ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente. Solo così si può rilanciare il settore e tutto l’indotto, con opportunità di sviluppo non solo dal punto di vista economico ma anche occupazionale. Poi altro tema strategico di grande importanza è la visione di città”.
Cosa intende?
“La nostra è una visione un po’ diversa. Fino ad oggi ogni intervento, ogni azione, ogni finanziamento da parte del Comune di Salerno, ha guardato strettamente al recinto comunale. Non c’è mai stato un contatto o confronto con i comuni limitrofi. Salerno deve aprirsi ad una nuova visione: quella di una città capoluogo in un territorio provinciale vastissimo con risorse veramente poco sfruttate. Significa avere un’idea nuova della città capoluogo, a servizio di tutto il territorio provinciale”.
Ha letto gli ultimi sondaggi? Aprono alla prospettiva di un ballottaggio. Lei come la vede?
“Non credo molto ai sondaggi. Anche alle scorse amministrative vennero fuori, prima del voto, numeri che parvero poi quasi messi a caso. Un sondaggio può essere libero e affidabile solo se ordinato al di fuori degli schieramenti e delle posizioni in campo: altrimenti è in qualche modo orientato”.
(Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud del 19 settembre 2021)