Il coordinatore cittadino della Lega, Rosario Peduto, in vista delle prossime elezioni amministrative, pone tre paletti precisi: centrodestra unito, apertura (ma non soccombenza) ai transfughi della maggioranza, progetti chiari per ridare una identità ed un futuro alla città.
“La nostra linea è chiara – dice – riaffermare il centrodestra in città rispetto ad un possibile schema elettorale teso a bypassarlo per intercettare pezzi del centrosinistra che si stanno staccando dal mondo deluchiano”.
Qual è la posizione della Lega?
“Abbiamo ribadito la necessità di ricompattare il centrodestra, rimanendo nel suo perimetro, pur allargandoci a quelle forze che evidentemente in città sono insofferenti rispetto alla gestione deluchiana. Sono due opzioni su cui speriamo di trovare una convergenza, perché entrambe strategiche e necessarie. Ma come Fratelli d’Italia vogliamo presentarci con il nostro simbolo: è una precondizione rispetto all’idea di bypassare il centrodestra per allargarsi al civismo”.
E sui nomi? Sul sindaco?
“Sulla candidatura a sindaco auspichiamo un’ampia condivisione, non poniamo paletti. Siamo disponibili a ogni ragionamento, anche allargando gli schemi. Non dobbiamo fare come nel 2015, quando il centrodestra si è presentato con almeno sei candidati d’area: è stata quella la vera sconfitta”.
Le premesse non sembrano però delle migliori: ci sono già sul tavolo le candidature di Antonio Cammarota e Michele Sarno.
“Spero che queste candidature facciano parte del dibattito iniziale. Qualunque volontà di candidatura è ben accetta, ma bisogna trovare una sintesi. Spero si abbia da parte di tutti la maturità di capire che a Salerno c’è finalmente una partita che si può vincere, aperta: la precondizione è però che dobbiamo arrivare uniti. Michele Sarno, Antonio Cammarota, sono candidature di spessore: noi stessi abbiamo dato la disponibilità di Dante Santoro. Il candidato però dovrà essere uno”.
Con Michele Ragosta si è sentito?
“Abbiamo detto da subito che non avremmo partecipato a tavoli come il suo, pare fondamentalmente finalizzato ad una ad una sua candidatura a sindaco. A noi interessa fare prima il centrodestra. Sembra invece che in queste strategie si voglia mettere il pallino delle decisioni fuori delle responsabilità dei partiti e soprattutto del centrodestra. Siamo disponibili a qualsiasi allargamento, ma che il pallino delle decisioni politiche, in una nuova alleanza, debba averlo chi è stato con De Luca fino a qualche mese fa, mi pare inaccettabile”.
Come sarà la lista della Lega che ha in mente?
“Allargata, nello spirito che ha dato Matteo Salvini dappertutto. Aperta a quello che si muove nella società ed a chi ha un effettivo radicamento. C’è un disagio sempre più diffuso, anche tra commercianti, artigiani rispetto alle scelte di De Luca fortemente penalizzanti per le loro categorie. Vogliamo perciò costruire una proposta non in senso populistico, toccando la pancia di chi è insofferente, ma creando una rete tra tutti quanti oggi non si sentono rappresentati. Partendo da un dato: Salerno, dopo 30 anni di deluchismo, non è più una città industriale, non è più una città commerciale, non è una città turistica”.
E cosa è?
“Guardi la zona industriale. In questi anni è stata completamente svenduta ad interessi commerciali e speculativi e non esiste alcuna programmazione per rendere questa realtà appetibile per nuovi insediamenti industriali. E abbiamo perso pure il vecchio retaggio del commercio locale, perché non lo abbiamo sostenuto con scelte strategiche. Il tutto si collega al fallimento della città turistica: tranne i tre mesi delle Luci d’artista, la città priva di ogni appetibilità”.
Da dove pensate di ripartire, quindi?
“Non critichiamo tutto quanto fatto da De Luca. Quando si è insediato, 30 anni fa, aveva un’idea di città e lo dimostra il fatto che anche il piano urbanistico con cui si preparò ad amministrare, rispondeva ad un’idea di trasformazione che poi nel tempo si è esaudita. Tutto quello che proponeva Bohigas, non è stato fatto. La città è stata ceduta a interessi speculativi, come dimostra il fatto che si è proceduto più per varianti che per ragionamenti di progressione del piano urbanistico. Dobbiamo ridare a questa città una idea di futuro. Oggi è in una sorta di parcheggio, in attesa che la famiglia De Luca decida cosa fare del proprio futuro. Salerno non se lo può permettere”.

(Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud del 13 dicembre 2020)

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