Per qualche giorno è stato anche lui tra i candidati a sindaco: poi l’accordo con la coalizione di Elisabetta Barone, e il passo indietro. Gianluca De Martino è il capolista di Salerno in Comune. Un nome che evoca comunanza di intenti, ma, allo stesso tempo, gioca su una ambiguità: portare la città in Consiglio comunale, quasi non vi fosse, oggi.
Quali le prime impressioni dopo queste prime settimane di campagna elettorale?
“Ci ha sorpreso l’entusiasmo che continuiamo a registrare sia all’interno della coalizione che tra la gente. Questo ci ha dato coraggio e ci ha fatto capire che siamo realmente una possibile forza di governo. È importante, perché le buone idee, da sole, non bastano”.
E sulla candidata a sindaco, quali le impressioni?
“Sono sincero: non mi aspettavo tanto entusiasmo anche intorno alla figura di Elisabetta Barone. È un dato che mi ha sorpreso molto positivamente: temevamo il fatto che non fosse abbastanza conosciuta, senza esperienze di politica attiva, mai candidata. Eravamo preoccupati. Grazie al lavoro di comunicazione e all’impegno delle varie liste, stiamo facendo conoscere Elisabetta nei quartieri, e sono entusiasta dei risultati. Anche i sondaggi, del resto, ci hanno incoraggiato per questo rush finale della campagna elettorale”.
Quali considerazioni ha tratto dai sondaggi?
“Abbiamo visto che il ballottaggio è alla nostra portata: ma noi queste elezioni vogliamo vincerle, perché ci poniamo come forza di governo della città. Sappiamo che l’amministrazione uscente, legata da tanti anni ad un sistema di potere ben organizzato, è sicuramente favorita: ma il malcontento che riscontriamo sulla gestione della città degli ultimi anni è forte. Gli ultimi sondaggi, quelli più attendibili, ci danno coraggio: speriamo che le persone si rendano conto che adesso esiste davvero un’altra forza politica, un’alternativa per questa città”.
Quali sono i problemi più frequenti sollevati nei vostri incontri con la gente?
“Sicuramente quelli legati alla gestione ordinaria della città, il decoro dei quartieri: non solo la pulizia, ma anche la gestione degli spazi, i servizi al cittadino: sanitari, sociali, di quartiere, che mancano del tutto. E poi una maggiore partecipazione ai processi decisionale della città. I cittadini si sentono totalmente avulsi, esclusi dalle grandi scelte. Non c’è mai un confronto. Un po’ come in Consiglio comunale dove si discutono e si approvano le sole proposte della maggioranza. Giacciono agli atti tante proposte presentate a questa amministrazione non solo da privati cittadini, ma anche da comitati di quartiere ed associazioni. Solo sul Puc sono state presentate 82 osservazioni: a nessuna è stata data una risposta”.
Quali invece le vostre proposte che hanno trovato maggiore interesse nella gente?
“L’attuazione degli organi di partecipazione e le varie consulte, fino al forum dei giovani e al Consiglio dei ragazzi. Sono strumenti utili per avvicinare i giovani alla politica e alla vita cittadina, Approveremo subito i regolamenti attuativi. Poi assegneremo spazi della città ai cittadini con dei bandi e dei regolamenti, non solo per la valorizzazione dei luoghi abbandonati, ma anche per lo sviluppo economico ed imprenditoriale. Il nostro slogan è “diritti, non piaceri”. Vogliamo ribaltare la politica com’è percepita oggi: un albero potato, una strada pulita, le strisce pedonali sull’asfalto, sono diritti non piaceri. Eppure, ci vengono presentati così in maniera ricorrente”.
Il primo provvedimento che Salerno in Comune porterebbe in Consiglio.
“Sarebbe sicuramente legato al lungofiume. Sarebbe il segno di una visione diversa della città, più sostenibile. Dal fiume possono nascere tante cose: un mare più pulito, una città vissuta anche sul fiume, più spazi per i giovani. Oggi l’Irno è solo un corso d’acqua abbandonato e trascurato che scorre verso il mare”.

(Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud del 21 settembre 2021)

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