Se c’è una cosa che i politici nostrani faticano ad imparare – Marche e Calabria docent – è che in politica 1+1 non fa mai due. E’ un dato ormai evidente e consolidato. Non necessita più di sperimentazioni o di verifiche.
Il caso appunto delle due regioni che hanno votato di recente, dimostra in maniera lampante che c’è una fetta dell’elettorato, neppure tanto trascurabile, che non apprezza alcune metodologie e, soprattutto, alcuni apparentamenti. E, anziché “turarsi il naso” e votare alla Montanelli, preferisce addirittura indirizzare altrove la propria preferenza.
Non c’è del resto da sorprendersi: basterebbe una banalissima analisi della cosiddetta “base” per comprendere questo meccanismo.
Chi ha pensato che un apparentamento come il “campo largo” potesse portare ad una sommatoria dei voti dei singoli partiti, ben farebbe a cambiare mestiere. Pensare che un sostenitore del Movimento 5 Stelle possa tranquillamente sostenere un candidato dell’establishment di sinistra, addirittura ex presidente dell’Inps, equivale a chiedere di snaturarsi, di cambiare DNA. Allo stesso modo immaginare che un comunista vero (già in crisi di identità con la segreteria Schlein) possa accettare un apparentamento con chi, fino a pochi mesi fa, era tra i più strenui e duri oppositori, equivale a fargli rinnegare le proprie radici e le proprie idee.
Difficile, infine, che simili accozzaglie possano attirare chi al voto guarda con scarso interesse: il Movimento 5 Stelle è nato da una forza propulsiva rappresentata dal voto di protesta. Come si può mai immaginare che questa forza possa oggi mantenersi e convogliarsi sul “campo largo”?
Allargare il campo equivale quindi spessissimo a restringere la base del proprio elettorale. Rappresenta di per sé una scelta suicida, perché per ogni elettore (ipoteticamente) conquistato, ce ne saranno di sicuro altri (sicuramente di più) insoddisfatti dall’apparentamento.
La Campania sarà probabilmente l’ultimo banco di prova, nonostante il centrodestra (si, proprio così, il centrodestra!) stia facendo il possibile perché avvenga il contrario, temporeggiando assurdamente sulla candidatura a presidente, con quelle medesime beghe che hanno già portato alla sconfitta in vari comuni.
Quale reazione potrà avere un grillino alla richiesta di sostenere quella medesima gestione De Luca, avversata col sangue fino a qualche mese fa? E i sostenitori del governatore uscente, come potrai mai digerire un candidato presidente come Roberto Fico?
Chi ha avuto la presunzione di allargare il campo, è tempo che rifaccia i conti. Perché appunto in politica, 1+1 non fa mai due.

Crediti fotografici: Stylo24

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